Petra

Lei si chiama Petra, classico nome femminile di origine cinese… l’ho conosciuta più di vent’anni fa presso uno studio fisioterapico milanese.
Ai tempi ero reduce da un infortunio in allenamento con la moto da trial e lei era la fisioterapista che si occupava del mio recupero. Ogni giorno per due ore mi faceva soffrire manipolando le mie mani e i miei polsi martoriati da diverse fratture, non fredda, ma professionale e di pochissime parole, mi ha fatto patire le pene dell’inferno per quasi un mese. Lei con il suo fisico minuto tipico da geisha nel giro di pochi mesi è stata in grado di rimettermi in sella e di rendermi ancora competitivo.
Così è iniziato il nostro rapporto, mai avrei creduto che dietro questa ragazzina cinese tanto perfetta e seria sul lavoro, ci fosse un tale uragano di sensualità così particolare. È iniziato tutto durante un massaggio defatigante dopo una gara particolarmente faticosa, avrei voluto solo lavarmi e sdraiarmi sulla dinette, ero davvero distrutto, ma ho ceduto alle sue insistenze e dopo una doccia lunghissima mi sono sdraiato sul lettino da massaggio pronto a subire il solito misto di dolore e piacere.
È stata quella la prima volta, che le sue mani hanno sfiorato il mio ano, quella la prima volta che ha cambiato tutto, quel giorno si è aperta una porta del nostro personale e particolare rapporto, che dopo vent’anni continua ancora, anche se non quanto spesso vorremmo.

Ieri sono stato in studio da lei, una seduta lunga, iniziata con una serie di lavaggi e clisteri, ha iniziato a lavarmi il retto con un doccino speciale in acciaio munito di molti piccoli fori, un lavaggio lungo e accurato con lei che lo muove in ogni direzione per raggiungere tutte le pieghe del mio intestino retto, seguito da una serie di sei clisteri somministrati con la peretta da 500 composti da una miscela di acqua e erbe medicali che hanno la funzione di ammorbidire e rendere accogliente il mio ano. Tutta la preparazione dura circa 45 minuti, tra pause di ritenzione e massaggi preparatori, lei si eccita molto nel farlo e secondo me gode anche nel vedermi bramare la penetrazione, solo poche volte mi ha permesso di toccarla in mezzo alle gambe e ieri è stato un giorno di quelli, ho potuto constatare quanto fosse bagnata e mi ha permesso di tuffarmi con la lingua nel suo sesso, anche se per pochi minuti e senza raggiungere l’orgasmo, l’ho sentita arrivarci molto vicino prima che si staccasse e decidesse senza indugio di iniziare a straziarmi il buco del culo.
Ormai la conosco, gode nel farmi godere, la sua mano impiega pochi secondi per entrarmi in profondità, mi conosce perfettamente e sa bene quando indugiare e quando spingere, sa quando aggiungere lubrificante, quando deve fermarsi per prolungare l’estasi.
Le piace da morire, dice che quando è dentro di me può sentire e toccare la mia anima, gode nel guardare il mio sfintere dilatato e nel giocarci. Rarissimamente mi tocca il pisello, le piace ma la spaventano le dimensioni, solo una volta a voluto provare a prenderlo mentre era al culmine dell’eccitazione, ma il troppo dolore l’ha fatta desistere quasi immediatamente, in seguito mi ha confessato che lo voleva solo per fare piacere a me che mi sento in dovere di restituirle almeno in parte il godimento che riesce a donarmi.
Amo leccarle la fighetta, piccola da ragazzina, e ancor di più amo leccarle il buco del culo, anche se lei forse per pudore continua a negarsi l’orgasmo davanti a me.
il suo piacere è penetrarmi e sentire le mie contrazioni guardarmi e toccarmi dentro, gode nel dilatarmi e vorrebbe farlo durare sempre di più, si indispettisce se vengo troppo presto, non le basta mai.

Da parte mia ho imparato a lasciarla fare, mi conosce bene e conosce bene i miei limiti, esco dal centro fisioterapico con le gambe molli e il buco “fluffy” prosciugato ma sereno e con una gran voglia di scopare e di essere scopato ancora una volta